Ultimi post

L’ipocrisia di certi consumatori BIO

Ti senti dire: “ottimo, biologico, di più, naturale e genuino, ma… costa troppo!”. Sì, da te, piccolo produttore agricolo. Il medesimo soggetto poi lo incontri alla cassa del supermercato e nel carrello, tra gli altri prodotti, ha pomodori, zucchine, melanzane, peperoni non BIO, bensì da coltivazioni su scala industriale di tipo convenzionale (leggasi chimica: diserbanti, concimi, antiparassitari, e se vogliamo aggiungerci in molti casi all’origine sfruttamento nei campi della manodopera) e che… li sta pagando anche oltre 2 €/kg, ma i tuoi, a 2 €/kg, i tuoi BIO no!

Per non parlare poi del gusto della verdura appena colta, e colta matura, rispetto a quella che arriva sullo scaffale del supermercato.
Schizofrenia? No, sì, boh, semplicemente dinamica comportamentale da supermercato, dove su tanti individui vince la superficialità e vincono tante astuzie commerciali del venditore, e poi il poco tempo a disposizione e spesso la compulsivitá.

 

 

 

 

Ma ciò che è più grave è il fatto che l’occhio cade in primis e sistematicamente sul prezzo, senza preoccuparsi di cosa si stia realmente comprando, con l’assurdo di poter pagare lo stesso prezzo per prodotti dimostrabilmente naturali e genuini che incredibilmente appaiono però cari comprandoli direttamente dal piccolo produttore agricolo.
Quindi questo tipo di consumatore si accorge del BIO qualora costi anche meno, fattori inconciliabili per chi conosce (per chi vuol conoscere) le differenze nei costi che il produttore deve sostenere.
Consumatori con questo profilo ce ne sono tanti, incredibilmente tanti.

Vabbè, passiamo alle buone notizie, la foto in copertina e le foto seguenti sono dei nostri prodotti, cibo pulito, buono, sano e giusto nel prezzo, coltivato con passione e fatica su terrazzamenti di montagna a 700 mslm, e chissenefrega insomma dei soggetti con il profilo appena descritto:

Avanti nonostante le avversità meteo e non solo

Tempo di invaiatura, quando gli acini prendono il colore definitivo, e di bilanci, seppur non definitivi in vista della vendemmia. Incrociando le dita per scaramanzia, stante che mancano quasi due mesi, quest’anno sarà magra, molto magra, ma non zero, nonostante i danni dal cielo, con la devastante grandinata del primo di agosto, ed altri danni da terrestri che non seguono per nulla il caso bensì il calcolo.
Da queste parti non ci si fa però intimidire da niente e da nessuno e si tira dritto, il pessimismo è il vano pascolo di spiriti disoccupati.

 

 

Come una devastante grandinata può rovinare i grappoli? Qui nel seguito qualche foto esplicativa:

Che si fa, si sfalcia?

E’ una stagione un poco strana per il taglio del fieno quest’anno, a causa delle piogge sino ai primi di giugno che hanno sballato la programmazione, ma per i piccoli eroici agricoltori di montagna che hanno più flessibilità organizzativa si può rimediare, e quando le superfici non sono grandi, molto terrazzate, e gli animali sono pochi, si tira fuori la buona vecchia falce e via, si sfalcia!

Questo un video interessante che illustra come ci sia chi è seriamente impegnato a coltivare la cultura e la tecnica del taglio a mano ereditata dai nostri predecessori, succede a Monno, in alta Valle Camonica, alla manifestazione Fen Fest, la Festa del Fieno:

http://www.piuvallitv.it/file/def067bba4d15e63a5d162fbfba5157fc2d74b88de29e1afa9056d5b87b6668b

(fonte: L’arte di sfalciare i prati – Più Valli TV):

“Falci, rastrelli, forche. Sono attrezzi che molte persone, soprattutto quelle anziane, hanno in cantina e nello stanzino degli atrezzi. Con l’arrivo della stagione estiva infatti, chi deve tenere in ordine i grandi prati, si prepara alla prima sfalciatura. Oggi per lo più è un’operazione svolta con mezzi meccanici, ma un tempo era un lavoro faticoso, lungo e richiede che tutta la famiglia impugnasse falce e rastrello. Si tratta di una tradizione preziosa da preservare e tramandare, perchè per contrastare l’avanzata del bosco e della boscaglia o l’abbandono dei prati e dei terreni non coltivati, i lavori della cultura contadina tornano ad essere i più importanti nella tutela dell’ambiente e nella gestione del rapporto uomo e natura. Per questo nell’ambito della Fiera della Sostenibilità della Natura Alpina del Parco dell’Adamello, lo scorso 􀂡ne settimana a Monno, in alta Valle Camonica, si è svolta con l’organizzazione della Pro Loco e del Comune e il sostegno degli enti, la nona edizione della Fen
Fest, gara da sfalcio per portare nel futuro, l’abilità di agricoltori e contadini affezzionati al lavoro manuale. L’operazione dello sfalcio dei pravi univa le famiglie in intere giornate di lavoro. Ed è cosi che accanto ai nonni e
ai padri, lavorano anche le donne e i bambini. Alla gara di sfalcio di Monno hanno partecipato una ventina di appassionati e agricoltori, tre donne e tre bambini. L’atmosfera rievocata dai guranti del gruppo folkloristico
di Monno durante la Fen Fest è quella di una volta, con canti e scene di vita contadina che rimandano a quando i ritmi del lavoro e della natura, scandivano le giornate nei piccoli paesi di montagna.”

Queste delle bellissime immagini della Fen Fest, la Festa del Fieno a Monno, dall’articolo di “Ruralpini – Tradizioni vive”

Cartolina da La Bissa

Quando la vigna esplode nella sua crescita vegetativa, in una sua prorompente “rinascita” dopo l’inverno, ecco la fantasia primaverile di colori che le fioriture gli consegnano. Foto scattate da Jonatan, che insieme a Davide si stanno prendendo cura della vigna, perchè tanto vigore significa anche tanto lavoro di contenimento e di messa in ordine per arrivare bene alla vendemmia.

 

 

 

Tra un temporale e il successivo si fresa

E’ arrivata la fresa per il trattore, benedetta fresa! Non vedere l’ora di montarla e metterla in azione… che arriva un altro temporale. E giù, nuovamente, acqua a catinelle. Sono così certi mesi, come questo pazzo maggio 2018, che oltre regalarci tanta acqua ci ha donato anche un freddo decisamente anomalo, tanto che qui a circa 700 m slm è praticamente inutile mettere a dimora le orticole quando le temperature notturne scendono, nella seconda metà di maggio, sotto i 15 °C e persino sotto i 10 °C. Ma avremo pazienza, tanta pazienza, come sempre, e tra un temporale e il successivo comunque si fresa.

Mi chiamo Tappo e sono appena nato

“Ciao, da poco sono nato in Cascina Teresina, sono nero proprio come il mio papá Argo e tra poco avró anche io come lui delle bellissime corna. Da parte di mamma Bianchina ho una piccola stellina bianca sul capo sotto l’orecchio sinistro. In pochi minuti mi sono alzato sulle zampe ed ho cominciato ad esplorare il mondo. Mamma mi ha leccato e ripulito cosí da essere pronto per presentarmi in ordine al debutto nel gregge. Mi piace da morire correre e saltare, rotolarmi nella paglia o nell’erba fresca e mamma mi mostra dove brucare quando avró finito il periodo di allattamento (slurp!). Mi hanno detto che avrei potuto avere un cuginetto da zia Daisy ma il parto non é andato bene e non avró per ora un amico con cui giocare, pazienza, mi rifaró con papá, mamma e zia. Dimenticavo, e sono così simpatico che gli umani mi adorano.”

Il risveglio della vigna

Gli Spiriti Controvento sono arrivati ed hanno ridestato la vigna in Valgella. Dopo l’inverno, ed una potatura che mio padre definirebbe “un bel taglio di capelli”, la soddisfazione di vederla destarsi e mostrarsi nel suo germogliare e poi fiorire. Uno spettacolo. Con sullo sfondo la Torre ‘de li beli miri’ di Teglio che domina, severa, la Valle.

Buon compleanno Cascina Teresina

Il tempo si può scandire con metri diversi, gli umani ne hanno inventati di propri, la natura ha i suoi. Un anno è passato e qui in Cascina Teresina sono i ciliegi a ricordarne l’anniversario, in particolare Il Maestoso, con la sua chioma bianca e festosa che si staglia nel cielo azzurro di queste bellissime giornate di primavera.

Tanto lavoro è stato fatto, con grande fatica, stante che i terrazzamenti, le pendenze, i passaggi angusti, obbligano ad effettuare le lavorazioni a mano, ma va bene così. La pulizia dalla marea di rovi procede come da piani, nel primo anno abbiamo testato i terreni con orticole e mais ottenendo ottimi risultati, il prossimo passo saranno le piante da frutta, oltre alla vigna.

Quando la fatica è tanta un meritato riposo, nell’angolo della meditazione, sulla panchina in granito vista Lago di Como, con la brezza delle termiche che ti rinfresca, è proprio un piacere.

Restate sintonizzati 🙂

Avanti con la vigna, nonostante la pioggia

Quando la pioggia si fa desiderare, e quando poi per settimane arriva a catinelle… E nel momento sbagliato, quando si deve predisporre il terreno e realizzare l’impianto. Avanti comunque con la vigna, pur sotto la pioggia, c’è un gran lavoro da fare, pulire, trinciare, fresare, livellare, e poi ancora fresare e livellare, prima di procedere all’installazione dell’infrastruttura dell’impianto con palificazioni, cavi, tiranti, per poi passare quindi, finalmente, alla messa a dimora delle barbatelle.

In ambiti con terrazzamenti quasi tutti stretti ed alti, quindi particolarmente pericolosi, il lavoro di pulizia dalle erbacce va svolto a mano, quello di trinciatura e fresatura con l’ausilio del motocoltivatore, poco o niente con il trattore, e soprattutto ZERO DISERBANTI, chiaro?

La fase di preparazione del terreno è di fondamentale importanza, una volta sistemato il terreno e montata la palificazione non si metterà più mano all’infrastruttura dell’impianto se non per manutenzione ordinaria e straordinaria.

 


 

 

Si sgrana il mais

E’ giunto il momento di sgranare le pannocchie, a mano, un pò in cascina, un pò a casa, le quantità per questo primo anno sono infatti contenute (n.b. mai saranno quantità industriali!), per poi molinare la granella in farina.

Et voilà la farina, ovviamente integrale per preservare gusto e tutti i fattori nutritivi ed assolutissimamente 100% naturale, zero pesticidi chimici, zero fertilizzanti di sintesi, vero metodo biologico.

Chi l’ha già assaggiata dice che è proprio buona 😉