L’ipocrisia di certi consumatori BIO

Ti senti dire: “ottimo, biologico, di più, naturale e genuino, ma… costa troppo!”. Sì, da te, piccolo produttore agricolo. Il medesimo soggetto poi lo incontri alla cassa del supermercato e nel carrello, tra gli altri prodotti, ha pomodori, zucchine, melanzane, peperoni non BIO, bensì da coltivazioni su scala industriale di tipo convenzionale (leggasi chimica: diserbanti, concimi, antiparassitari, e se vogliamo aggiungerci in molti casi all’origine sfruttamento nei campi della manodopera) e che… li sta pagando anche oltre 2 €/kg, ma i tuoi, a 2 €/kg, i tuoi BIO no!

Per non parlare poi del gusto della verdura appena colta, e colta matura, rispetto a quella che arriva sullo scaffale del supermercato.
Schizofrenia? No, sì, boh, semplicemente dinamica comportamentale da supermercato, dove su tanti individui vince la superficialità e vincono tante astuzie commerciali del venditore, e poi il poco tempo a disposizione e spesso la compulsivitá.

 

 

 

 

Ma ciò che è più grave è il fatto che l’occhio cade in primis e sistematicamente sul prezzo, senza preoccuparsi di cosa si stia realmente comprando, con l’assurdo di poter pagare lo stesso prezzo per prodotti dimostrabilmente naturali e genuini che incredibilmente appaiono però cari comprandoli direttamente dal piccolo produttore agricolo.
Quindi questo tipo di consumatore si accorge del BIO qualora costi anche meno, fattori inconciliabili per chi conosce (per chi vuol conoscere) le differenze nei costi che il produttore deve sostenere.
Consumatori con questo profilo ce ne sono tanti, incredibilmente tanti.

Vabbè, passiamo alle buone notizie, la foto in copertina e le foto seguenti sono dei nostri prodotti, cibo pulito, buono, sano e giusto nel prezzo, coltivato con passione e fatica su terrazzamenti di montagna a 700 mslm, e chissenefrega insomma dei soggetti con il profilo appena descritto:

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