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I vantaggi del ritardatario

Siamo andati “un pò lunghi” questo primo inizio di anno in Cascina Teresina, poche settimane a disposizione dall’ingresso, tanto lavoro di decespugliamento e derovizzazione, e così il tanto desiderato il mais si è riusciti a seminarlo, in un piccolo appezzamento, solo il nove di giugno, esattamente un mese fa, in ritardo in rapporto a latitudine, quota e tipo di mais non precoce (marano rosso).

Il ritardatario ha però, talvolta, notevoli vantaggi, in questo caso perchè all’arrivo dei devastanti nubifragi a cavallo di giugno e luglio, essendo le piante ancora in dimensioni contenute, hanno retto meglio l’impatto con la violenza del vento e dell’acqua, che hanno fatto invece soccombere, abbattendole e sradicandole,  piante di mais più avanti nella crescita osservate in altri appezzamenti.

Da questi primi mesi di conoscenza del terreno e delle condizioni climatiche, si conferma quanto già si era ipotizzato di molto positivo, pertanto verosimilmente si arriverà sì “un pò lunghi” anche con la raccolta, confidando anche in una tarda estate / primo autunno generosi in termini di clima…

 

 

 

Se un cucciolo di volpe ti attraversa la strada

Ci sarebbe piaciuto filmare, o almeno fotografare, quel cucciolo di volpe che ci siamo trovati l’altra sera in mezzo alla strada, scendendo alle 21:30 per i tornanti da Cascina Teresina verso Nesso: la volpacchiotta non è scappata, le nostre bambine erano in visibilio alla vista, davvero eccezionale, a meno di un paio di metri dalla portiera della nostra auto. Ci guardava anche lei curiosa, poi all’atto di estrarre i nostri smartphones… se l’è data a gambe elevate!

Non essendoci riusciti, condividiamo quindi questa foto di una simpatica volpacchiotta 🙂   (fonte: Ecoreport.tv)

P.S. chiaro che quando avremo animali da cortile dovremo assolutamente prendere precauzioni, avendo appurato la presenza in zona dell’animale predatore più furbo per antonomasia…

Come accompagnare la propria figlia al suo primo giorno di scuola.

Mettere a dimora una piantina in pieno campo è davvero come accompagnare la propria figlia al suo primo giorno di scuola.

Prima, da seme, cresciuta al riparo e sotto una totale supervisione, ora, in campo aperto, dovrà vedersela con tutti i fattori esterni, iniziando quel percorso di crescita che la porterà alla propria emancipazione.

Il mare di rovi è un concetto che la mente non considera

E’ davvero impressionante il trovarsi di fronte un vero e proprio mare di rovi, in cui entri per affrontarlo e decespugliarlo e ad altezza di mezza vita quasi ne percepisci delle onde. 

Vabbè, s’ha da affrontare e bonificare con ripetuti tagli (zero diserbanti!), ci sarà qualcosa di ancestrale stante il significato di un certo cognome in lingua sarda.

Evvai di trincia!

Tra passato e presente con gli utensili non si prescinde dal lavoro muscolare

Nel mezzo del cammin  del recupero degli spazi del podere, tra il ricovero attrezzi, la stalla, il fienile, ho ritrovato davvero un bendidìo di storiche attrezzature ed utensili.

La tecnologia ci ha dotato certamente di più efficienti mezzi per tagliare, decespugliare, potare, ma il salto tecnologico ha solo parzialmente ridotto lo sforzo umano.

Pertanto, chi si trovasse nelle medesime necessità, e non si fosse ancora cimentato, se ne faccia una ragione: la fatica, in una certa misura, resta.

E comunque il lavoro nei campi, sui prati, nei pascoli produce un effetto positivo: la notte si sprofonda poi in un rilassante benefico sonno.

E fu così che una mattina nacque Cascina Teresina

Finalmente si comincia! E per prima cosa battezziamola chiamandola con un nome che evochi la mia infanzia: Cascina Teresina.

L’ispirazione è venuta osservando il paesaggio dall’angolo della meditazione, seduto su quella panchina di granito sotto il fiorire del ciliegio, ammirando la bellezza della valle che da Nesso sale sino al Pian del Tivano, e dello spicchio di Lago di Como che s’innesta tra essa e i monti che segnano il confine dell’Italia con la Svizzera, un paesaggio che ha richiamato la memoria all’infanzia quando con la nonna si andava per cascine a comprare frutta, verdura, uova, formaggi.

Per “conquistarla” c’è voluto un bel pò di tempo, molta pazienza, tante energie, altrettanta temperanza, ma ce l’abbiamo fatta, e come si suol dire ora è giunto il momento di “mettere gli stivali sui campi” a cominciare con una bella approfondita ricognizione, anzi con più ricognizioni, stante l’estensione, la disposizione, e lo stato di abbandono che nel recente passato ha visto vincere arbusti e rovi, rovi ed ancora rovi, su gran parte di prati e campi nei vari terrazzamenti.

C’è innanzitutto da realizzare un’ingresso carraio perché altrimenti risulta inaccessibile per i mezzi meccanici, essendo stata vissuta precedentemente con il solo mezzo di trasporto costituito dagli asini. Poi appunto la pulizia di prati, campi e terrazzamenti da rovi e boscaglia, mettere in ordine i muri a secco e ripristinare quelli danneggiati, progettare la ristrutturazione della cascina ed in parallelo procedere con l’opera complessiva di recupero e di ri-valorizzazione dell’intero podere avviando progressivamente le attività agricole e di allevamento.

L’area con i suoi terrazzamenti rivolti a mezzogiorno si trova ad un’altitudine tra i 600 e i 700 metri ed è caratterizzata da uno straordinario micro clima temperato, una situazione che dovrebbe risultare particolarmente favorevole per le attività agricole, che saranno condotte nel rispetto della sostenibilità ambientale, cercando di contribuire al recupero e alla tutela della biodiversità, facendo anche laboratorio ed innovazione.

Un primo sguardo sul contesto? Eccolo: