Avanguardie BIO baciate dal Lago di Como

Finalmente i primi frutti del lavoro di molti anni: pochi grappoli, vere proprie preziose avanguardie, nello specifico di una varietà precoce a queste altitudini “basse” (seppur relativamente, stanti i 650 m slm), una varietà a bacca bianca.

L’importanza, la preziosità di questa prima vendemmia pilota, è dovuta al fatto che nel Triangolo Lariano non ci sono riferimenti vitivinicoli con cui confrontarsi: zero, di cui la difficoltà ad affrontare una sfida così complessa ed “in solitaria”, come si potrebbe dire in termini velistici.

Pertanto grazie a questi primi grappoli, di questa ed anche di tutte le altre varietà che si stanno mettendo alla prova del campo, riusciremo a comprendere sia gli aspetti agronomici, sia quelli enologici, punti di forza e debolezza, opportunità e rischi per ciascuna varietà. Un lavoro complesso ma interessante oltre che gratificante dal punto di vista tecnico-scientifico.

Certamente gli uccelli hanno notato e gradito, lasciando qualche evidente segno sui grappoli, per fortuna facendo meno danni di altre avversità (fitopatologie, vespe, nottue, caprioli, volpi, cinghiali, grandine…) che vanno a gravare sui costi della già faticosa viticoltura di montagna, una viticoltura estrema, una viticoltura definita “eroica”.

Ovviamente una produzione 100% biologica, of course! Vino biologico da uve biologiche.

p.s. la carta bianca sul fondo della cassetta a contenere i grappoli non ha nessuno scopo funzionale, si è cercato di dare un tocco di raffinatezza proprio per suggellare il momento :-))

Benvenuta Brizzolina, bentornata primavera!

Mentre noi specie umana, sentendoci più potente della Natura, la invadiamo, la deprediamo e la devastiamo, per poi essere drammaticamente messi in crisi dalla forma più piccola che popola il Pianeta, da un virus, che ci costringe ad isolarci e blindarci nelle nostre tane per difenderci… ecco che nel frattempo la Natura procede comunque tranquilla e pacifica per il suo corso regalandoci gioie dai nostri amici animali domestici.

Ecco la prima nata della stagione, Brizzolina, ha bruciato le tappe, è pimpante e giocherellona, mamma Daisy sta bene, ha latte, ed il papà… boh, chi sarà mai dei tre? Il colore non aiuta…

 

 

Ah no, ecco, il padre è Tappo,  un timidone, però colto nel momento delle coccole

In questo momento difficile credo un pensiero profondo debba andare anche a chi il cibo lo produce: agricoltori ed allevatori, concittadini che nel modo più assoluto non possono fermarsi. Ricordiamocelo.

Non si può fermare chi produce cibo

Siamo in tempi difficili, la nostra, ma neppure le precedenti due generazioni erano pronte ad una emergenza nazionale ed internazionale di questa portata.  Razionalità e responsabilità sembrano d’improvviso siano andate a farsi fottere di fronte all’epidemia di corona-virus. Razionalità significa no-panic, responsabilità si traduce in nessun disastro. E dell’intelligenza ne vogliamo parlare?

Perchè non si può fermare chi produce cibo? Come l’avete letta questa affermazione?

Gli agricoltori e gli allevatori , ovvero gli operatori del cosiddetto “settore primario” (chiedetevi perché si chiama così) non possono fermare la loro attività perchè basilarmente essa è quella che sfama la popolazione, e chi si strilla “chiudere tutte le attività!”, che magari è poi lo stesso che corre al supermercato a fare scorta di alimentari per i prossimi due anni, crede forse che il cibo che compra nasca e cresca sugli scaffali?

Nessuno può, anzi nessuno deve, di più, nessuno si azzardi a fermare l’attività di chi produce cibo, sarebbe folle anche fermarla per qualche settimana, i raccolti salterebbero per mancata lavorazione del terreno, e/o della semina, e/o degli indispensabili trattamenti fitosanitari, siano anche bio ma vanno fatti per non pregiudicare la produzione, e/o del raccolto.

Razionalità e responsabilità.

Per concludere vorrei aggiungere che la stragrande maggioranza delle imprese agricole e zootecniche in Italia sono imprese individuali o a conduzione familiare, quindi state tranquilli che già si è abituati ad un duro lavoro in solitudine.

Saluti dalla mia vigna dove, in solitaria, sto finendo di potare le viti, e ricordatevi che il vino è cibo!

 

Benvenuto “Bagai” il nostro Nebbiolo delle Alpi 2018

Ci siamo! E’ disponibile per l’acquisto il “Bagai“, il nostro Nebbiolo delle Alpi vendemmia 2018 per chi voglia apprezzare la bontà di un prodotto artigianale di qualità.

Gli approfondimenti sul nostro “Bagai”, prodotto direttamente e completamente da noi e al 100% con nostra uva prodotta in Valtellina nella vigna di Teglio (SO), sono disponibili alla pagina vino inclusi i suggerimenti per una corretta degustazione e gli abbinamenti con i piatti della tradizione Valtellinese e del Lago di Como, con i quali riteniamo un Nebbiolo delle Alpi si sposi perfettamente.

Importante: per nostra scelta non è stato microfiltrato, come avverrebbe per molti vini industriali, in fase di imbottigliamento ha avuto infatti solo e soltanto una filtratura sgrossante così da per poter mantenere il gusto il più intatto possibile ed il più vicino alla sua origine: l’uva.

Il prodotto è venduto da noi in modo diretto presso la nostra sede aziendale in Bellagio, perla del Lago di Como (un’occasione per visitarla), per prenotare l’acquisto chiamate il nostro numero:

Az. Agr. Cascina Teresina tel.  379-1845203

oppure mandate a tale numero un messaggio Whatsapp così da poi poter essere anche avvisati di novità e di iniziative di degustazione.

 

Vigne imbiancate. Senza parole, solo emozioni

Ed arrivò l’inverno e con lui la neve ad imbiancare il Lario, i suoi monti e le sue valli.

Buone feste ed auguri per uno splendido 2020

 

Una rondine non farà primavera, ma un’ape d’autunno?

Che sia primavera o autunno, quello che fa la differenza, e ce lo conferma la piccola e piccolissima fauna, è la qualità dell’ambiente.

Chiedere a chi ha avuto a che fare con terreni trattati a glifosate, provare a farsi raccontare che segnali di vita ha colto, soprattutto se ne ha colti.

Vendemmie ardimentose, anche quest’anno

Vendemmie sì, al plurale, perché il meteo è stato così birbante quest’anno da costringerci a frazionare quella che sarebbe stata un’unica vendemmia in varie mini-vendemmie, tra un acquazzone ed un rovescio successivo, aspettando il ritorno del sole, e pregando che concedesse almeno due giorni, uno per asciugare, l’altro per raccogliere.

Eroica? Qualcuno la viticoltura fatta tutta a mano, senza meccanizzazione, su questi impervi terrazzamenti la chiama “eroica”. Forse non sarà eroica, certamente ardimentosa lo è. Ed in particolare durante la vendemmia, su e giù per i terrazzamenti, con la portantina sulle spalle, una cassa alla volta.

E’ così. Ma la qualità è ciò che conta, e la qualità, nel rispetto dell’ambiente, c’è eccome!

 

 

Piccole grandi visite in vigna

Se mentre stai lavorando ti imbatti in questa creatura, che si ciberà sì di un pochino di foglia, ma senza arrecare troppi danni, ma piuttosto combatterà per te le temibili cocciniglie, effettuando con te la lotta biologica ed evitando di introdurre dannosa chimica in campo, ti ricorderà che hai degli alleati naturali su cui puoi fare affidamento e che sei sulla traiettoria giusta, quella del rispetto ambientale.

Avanguardie biologiche in invaiatura

Procede l’invaiatura dei “grappoli-test” delle avanguardie biologiche (per i non addetti ai lavori l’invaiatura è la fase di colorazione degli acini).

Un anno di crescita delle viti a conduzione biologica, un anno finalizzato al radicamento della pianta e all’osservazione del comportamento vegetativo e fitosanitario, le avversità, purtroppo, non sono solo la fauna selvatica e la grandine.

Maledetta grandine

Per rendere l’idea della violenza con cui si è abbattuta la grandine, prima ancora di dare uno sguardo alle piante, con tutta la loro fragilità, specie quelle del primo anno, è sufficiente osservare il cofano dell’auto: lamiera completamente bollata, pane per il carrozziere…

Ecco, ora guardando alle piante, le foto sono eloquenti. Fosse stato non un anno di allevamento ma già di produzione si sarebbe perso verosimilmente tra il 50% ed il 75% del vendemmiabile.

C’è solo una strada, purtroppo, laboriosa per l’applicazione e poi nella gestione, quella delle reti antigrandine. Punto.

P.S. poi chiedetevi quanto costa produrre vino, intendendo di qualità ovviamente, argomento che riprenderemo più avanti.