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Il Damara

Vini baciati dal Lago di Como…

Chi abbia aperto ed assaggiato una delle uniche 120 bottiglie del nostro Damara, che nasce dalla sua prima vendemmia assoluta nel 2020, e ha visto la luce ed il bicchiere quest’anno, dopo un lungo affinamento, si rende conto di come sia speciale.

Essere i primi ed unici viticoltori e vinificatori nel Triangolo Lariano ha posto e continua a porre molteplici sfide e notevoli difficoltà per la complessità (montagna, lavorazioni tutte manuali, fauna montana, avversità, conduzione bio, costi, personale, etc.) ma quando si riesce a raggiungere certi traguardi di qualità… son soddisfazioni!

 

Emozioni che si rinnovano

Oggi svinatura dal mosto dell’ultima vendemmia, vendemmie e vinificazioni che ci hanno impegnato per un lungo arco di tempo di oltre un mese e mezzo. Ma in fondo che altro possiamo aggiungere al meraviglioso fatto che ogni anno si rinnovano certe emozioni?

Emozioni ma anche tensione al momento della vendemmia, evento apicale dopo un anno di impegnativi lavori manuali in vigna, qui sulle montagne, nei terrazzamenti affacciati sul Lago di Como, con una lotta continua a molteplici avversità per ottenere vini biologici di qualità.

E quella “dolce attesa” dell’esito della fermentazione… con l’atto conclusivo della svinatura, quasi un parto, a cui seguirà l’affinamento in acciaio quindi in legno, perché il vino é materia viva, si sviluppa, e matura.

Benvenuto autunno e con esso un poco (ma solo un pò) di meritato riposo 😉

 

 

 

 

 

Germogli promettenti e simpatiche visite

Le stagioni non sono più quelle di una volta” è certamente un refrain popolare, altrettanto certo è che una siccità come quelle di quest’inverno, con cinque mesi senza una precipitazione, è qualcosa di davvero eccezionale. La ripresa vegetativa è per fortuna avvenuta correttamente, graziati dal ritorno delle piogge.

Ora si riprende la lotta per difendere viti e prossime vendemmie dalle varie avversità, prima le nottue, sterminatrici seriali di gemme, poi i caprioli, golosissimi dei teneri germogli, e via andare contro tutti gli altri nemici della vite e dell’uva, malattie fungine (tante), vespe, uccelli, tassi, cinghiali, volpi.

Facendo biologico in un contesto di viticoltura di montagna la lotta è ancora più dura ed impegnativa , ma il principio del biologico è fuori discussione e a dimostrazione della natura intatta del luogo il ritorno dei maggiolini e la presenza di salamandre, animali molto sensibili alla qualità dell’ambiente.

Che il 2022 ci porti dei gran vini dalle vendemmie 2021

Fine anno, tempo di bilanci per questo 2021, e mentre in cantina procede l’affinamento delle vinificazioni, ci si rammenta che una foto dice più di mille parole, e allora condividiamone un po’ di foto della vigna e della vendemmia che, nonostante una preoccupante partenza primaverile, ha regalato soddisfazioni.

Soprattutto, facendo biologico, siamo riusciti a contenere, comunque il numero di trattamenti fitosanitari: rame e zolfo, seppur ammessi nel biologico, è bene riuscire a limitarne l’applicazione, e ciò può essere fatto con adeguate e attente pratiche agronomiche.

Facendo viticoltura biologica in montagna qui sul Lario (Lago di Como) abbiamo poi anche “simpatiche” avversità naturali in vigna, animali selvatici che quando non devastano (leggasi cinghiali) si autoinvitano a banchettare l’uva matura…

Ok ok direte, la vigna, l’uva… e il vino?

Arriva, arriva, è in cantina in affinamento, occorre pazienza e restare sintonizzati qui, su questo canale.

Buon 2022 e che ci porti del gran buon vino!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uva e vini baciati dal Lago di Como, maturazione al rush finale

Siamo in dirittura di arrivo per la prima vendemmia 2021 dei bianchi baciati dal Lago di Como, quest’anno tutte le vendemmie, sia dei bianchi sia dei rossi sono in ritardo.

Lo scorso anno, dalla prima vinificazione in assoluto, una micro vinificazione, il risultato fu davvero eccellente a detta e conferma di un gruppo di assaggiatori professionisti che è venuto a fare le degustazioni, qualcuno definendolo persino “The Special One“.

Forse la definizione è un po’ iperbolica (e richiama ad un noto allenatore di calcio vincente) però… però… Con pazienza, temperanza, fiducia ed ottimismo (e tanta fatica, facendo viticoltura di montagna, tutta a mano) affrontiamo il secondo anno di vendemmia e vedremo se si ripeterà nell’eccellenza dimostrata il primo anno.

Tutte le varietà, tutta la produzione, è in biologico certificato, il nostro meraviglioso ambiente di montagna affacciato sul Lario merita tutto il nostro rispetto.

In vigna caldo africano, in cantina a Bellagio il vino si imbottiglia

Le maturazioni si confermano decisamente in ritardo quest’anno, in vigna è un’annata così, ce ne faremo una ragione, l’importante è raggiungere un elevato standard di qualità. Nel frattempo, che in vigna il caldo africano costringe a lavorare solo poche ore al giorno, si procede agli imbottigliamenti in cantina a Bellagio, quelli del nebbiolo 2019 che ha completato in modo eccellente il percorso di affinamento del vino in legno ed è quindi giunto il momento di dargli il battesimo della bottiglia.
A breve le degustazioni, restate sintonizzati!

Come sarà questa stagione in vigna?

Dopo una tremenda primavera, una primavera davvero fredda, in cui si è sfiorata la gelata (che invece non ha risparmiato tanti colleghi nelle zone pianeggianti), lo sviluppo fenologico è decisamente in ritardo, verosimilmente di 3-4 settimane rispetto alla media, vedremo se ci sarà un recupero, nel frattempo incrociamo le dita perché non arrivi la grandine, quella del 2 giugno dello scorso anno fu così devastante che, oltre a pregiudicare il primo raccolto nelle vigne sul Lago di Como, danneggiò coì tanto i tralci che lo scorso inverno in potatura i tralci danneggiati si sono spesso spezzati.

In agricoltura, quindi in viticoltura, le avversità sono purtroppo davvero tante, si possono prendere molte precauzioni, quali le reti antigrandine, ma spesso non bastano.

Incrociamo le dita.

Mater semper certa est, pater numquam

Mi presento, mi chiamano Rocket, non ho francamente capito perché, mi dicono però che osservando il mio dinamismo mai nome fu più azzeccato.
Chi sia il mio papà non è dato di saperlo, qui nel gregge c’é sempre un gran casino, chiamarla famiglia allargata é un eufemismo, come mi pare diciate voi umani, certo ci fosse stato un maschio bianco, con mamma bianca… forse si sarebbe capito, invece no, tutti i maschi neri! Me ne farò un ragione. Nel frattempo che qualche zia si decida a scodellarmi qualche amichetto con cui giocare, altrimenti il mio sport preferito resterà… fare i dispetti alle zie!

Compagnie in potatura

Mentre mi stavo accingendo ad un taglio di potatura… eccola che mi compare posandosi proprio davanti al mio naso. Simpatica. Mi guarda come se fossi io l’intruso, come se mi chiedesse perché mai io stia mutilando una pianta sulla quale a lei piace posarsi.

Forse sì, non avrebbe tutti i torti, certe volte viene da riflettere su quanto noi del genere umano risultiamo così invasivi in natura. Vero, la potatura è di fatto una mutilazione per indurre la pianta, in questo caso la vite, a svilupparsi e a fruttificare secondo un metodo imposto dal viticoltore, non secondo quanto natura la porterebbe a comportarsi in quanto liana, quindi acrotona.

La nostra amica dovrebbe però sapere che perlomeno noi, che applichiamo il metodo biologico, le permettiamo di vivere/sopravvivere, perché dove la viticoltura è convenzionale lei non potrebbe graziarci della sua visita.

E poi la sua visita in vigna potrebbe essere di buon auspicio per una buona vendemmia ed un ottimo vino. A presto piccina, al prossimo anno.

E venne il suo momento: signore e signori Lord Red

L’attesa per la prima vendemmia dei rossi è finita, la grandinata di giugno ha fatto meno danni dell’ipotizzato, alcune tecniche agronomiche biologiche hanno poi consentito di contenere l’impatto di alcune malattie funginee, pertanto ci si può considerare soddisfatti per i risultati raggiunti.

Ed ora via in cantina per la vinificazione! L’attesa per il risultato della vinificazione è infatti altrettanto vibrante, ci sarà da comprendere tanto, tutto, non avendo parametri di riferimento, di confronto, con altri vigneti in zona perché di vigne, nel Triangolo Lariano non ce ne sono, ed una certa “solitudine” costituisce una sfida nella sfida.
Ed il primo assaggio? Come direbbe un vecchio prof. “calma e gesso”